L’accordo TIM-sindacati visto da Asstel: “Soddisfazione per il primo contratto di espansione in Italia”

di Martina Tortelli

Laura Di Raimondo, direttore di Asstel: “Con questo accordo, siglato da Tim e sindacati, le Tlc si pongono come settore guida per la sostenibilità del lavoro nei processi di trasformazione digitale delle aziende. E’ auspicabile che il contratto di espansione, che consente di coniugare politiche attive e passive del lavoro, diventi presto una misura strutturale”

 “Da molto tempo sosteniamo la necessità di affrontare la trasformazione digitale del lavoro attraverso una rivisitazione in chiave espansiva degli ammortizzatori sociali e l’accordo raggiunto tra Tim e sindacati, che hanno siglato il primo contratto di espansione, va in questa direzione – commenta Laura Di Raimondo Direttore di Asstel, l’associazione di rappresentanza della filiera delle Telecomunicazioni che sostenuto con convinzione  l’iter normativo che ha inserito nel recente Decreto Crescita, in via sperimentale il nuovo contratto di espansione.

L’accordo, firmato lo scorso 2 agosto al Ministero del Lavoro, alla presenza del Sottosegretario Claudio Durigon e del Viceministro dell’Economia e Finanze Laura Castelli, è il primo del genere in Italia, prevede l’assunzione di nuovi lavoratori a tempo indeterminato e l’avvio di percorsi formativi per tutto il personale già in forza. 

“Nella filiera delle Telecomunicazioni, oggi tra i settori più avanti nella trasformazione digitale – spiega Di Raimondo (nella foto da asstel.it) – l’aumento dell’anzianità media dei dipendenti,  insieme alla necessità di adeguare le competenze professionali al rapido cambiamento, rende fondamentale dare vita a un patto intergenerazionale mirato a favorire iniziative di riqualificazione professionale e formazione continua, nonché a creare nuova occupazione preservando al contempo quella esistente. e, ove possibile, stabilire un percorso di accompagnamento alla pensione”.

“E’ auspicabile che il contratto di espansione diventi una misura strutturale – conclude il Direttore di Asstel – Da parte nostra continueremo a lavorare con il Governo e le rappresentanze sindacali non solo per raggiungere questo obiettivo, ma anche per ampliarne il raggio di azione. Strumenti come il contratto di espansione  rappresentano quel cambiamento di paradigma da sostenere con forza se vogliamo che la trasformazione del lavoro sia una opportunità di sviluppo per il Paese”.

Il nuovo contratto di espansione previsto come misura sperimentale nel Decreto Crescita, che modifica i contratti di solidarietà espansiva di cui all’articolo 41 del D.Lgs., n.148/2015, è stato pensato per le imprese che devono affrontare processi di reindustrializzazione e riorganizzazione aziendale determinati dallo sviluppo tecnologico dell’attività.

L’impegno delle aziende ha un duplice obiettivo: assumere i lavoratori e riqualificare quelli in forza. Al centro, la riduzione dell’orario di lavoro e un piano di formazione come chiave di volta per sviluppare la cultura delle competenze digitali e generare innovazione in un contesto sempre più competitivo. Il tutto supportato da un percorso di avvicinamento alla pensione per coloro che, in età matura, sono ancora distanti dall’età pensionabile.

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